Di Francesca Emilio, Bari – Il diritto allo sport nel quinto Municipio fa acqua da tutte le parti, no, non è un modo di dire, è una verità tangibile che si infrange ogni giorno di pioggia sulle speranze e sulle aspettative di piccoli e grandi atleti, oltre che di associazioni intente ad operare con attività sportive e culturali sul territorio. Sono state proprio queste ultime a denunciare lo stato di degrado dell’unico palazzetto dello sport presente nel 5° Municipio il quale, alle normali condizioni di disagio quotidiano, dopo la violenta grandinata del 10 luglio, ha visto aggiungersi, gravi danni sul tetto, che allo stato dei fatti presenta buchi che non permettono di svolgere le normali attività sportive. Le sollecitazioni da parte delle diverse associazioni che usufruiscono del palazzetto, nello specifico A.S.C.D Europa, A.S.D Marlu Basket e A.S.D Europa, sono partite subito, è dai primi di settembre infatti che – nonostante la manutenzione delle strutture pubbliche debba essere ordinaria oltre che straordinaria – le autorità sono state invitate a prendere visione delle condizioni del palazzetto,

i sopralluoghi non sono mancati, gli interventi si, almeno fino a venerdì scorso, giornata in cui le condizioni metereologiche hanno messo tutti di fronte a quella verità di cui molti erano consapevoli, ovvero che il primo forte rovescio di pioggia della stagione autunnale avrebbe reso inagibile il palazzetto, e così è stato: tante piccole cascate grondavano con tenace irruenza dal tetto. Il disagio più grande però non è stato causato solo dalle tante mini cascate, bensì dalle modalità dell’intervento attuato dalla ditta del Comune di Bari chiamata all’opera, la quale, al posto di intervenire preventivamente alla radice del problema, venerdì, evidentemente costretta dalla necessità di adoperarsi a causa del maltempo, ha lasciato alle associazioni dei cellophane da posizionare sul pavimento. Un intervento non solo bizzarro, stando alla matrice del problema, ma anche pericoloso, soprattutto se si tratta di sport indoor come basket e nello specifico pallavolo che richiede ampio margine di movimento.

Le associazioni hanno riscontrato diversi danni ai materiali e si sono viste ancora una volta private di uno spazio che già fanno fatica a spartirsi tra loro a causa della molta richiesta e dei pochi luoghi a disposizione nel territorio, i quali molto spesso non hanno condizioni idonee per la pratica agonistica e non di sport di squadra come i sopra citati basket e pallavolo. L’ultima battaglia a nome delle tre associazioni è datata 1 ottobre, giorno in cui hanno firmato assieme una lettera con oggetto “richiesta di chiarimenti sui costi orari previsti dalla delibera n°5 del 07/03/2019 del consiglio d’istituto Aristide GabelliAldo Moro” . Il Consiglio di Istituto della scuola media di S.Spirito, ha deliberato all’unanimità l’adozione di un regolamento per la concessione e l’utilizzo delle palestre scolastiche che stabilisce il corrispettivo orario pari a 20 euro per l’utilizzo annuale e di 25 euro per l’utilizzo parziale, un costo alto se si considera la disponibilità di spazio di cui questa struttura dispone correlato agli intenti socio-culturali delle associazioni le quali, stando a quanto scritto sulla lettera inviata alle autorità, tra le quali anche il Sindaco di Bari Antonio Decaro, l’Assessore allo sport Pietro Petruzzelli e il Presidente del 5° Municipio Vincenzo Brandi, chiedono se tale richiesta sia legittima in considerazione del fatto che tutte e tre le realtà operano sul territorio da molti anni rappresentando un punto di riferimento di inclusione e socializzazione per tutte e famiglie del territorio, offrendo a queste ultime, ma soprattutto ai ragazzi, una valida alternativa alla strada e alla realtà virtuale in cui spesso sono immersi.

L’obiettivo delle associazioni è quello di rivendicare il diritto allo sport nel proprio territorio per poter permettere a numerosi bambini e ragazzi di praticare le diverse attività da loro proposte, un diritto che non dovrebbe essere preteso, ma concesso per norma, senza dover ricorrere a battaglie o inciampare in ostacoli logistici e non che spesso costringono le stesse associazioni a dover limitare l’uso delle palestre rimettendo in strada giovani che invece avrebbero bisogno di partecipare alle diverse attività per potersi sentire inclusi. Le conseguenze della mancanza di strutture e attività consone alla pratica sportiva e culturale spesso sfociano in atti che, soprattutto nei quartieri disagiati, avvicinano molti giovani a percorsi rischiosi che mettono loro in condizioni di utilizzare pratiche violente come quelle del bullismo, argomento che è stato oggetto di discussione ieri, 6 ottobre, giornata in cui, presso il Palazzetto dello Sport di San Pio si è tenuta la quinta edizione del torneo “Lo Sport è vita” organizzato dall’A.S.C.D Europa, come momento utile per incontrarsi, riflettere su questi temi e creare buone pratiche per il contrasto al bullismo e non solo. Perché ciò avvenga però è importante che il territorio offra degli spazi utili sia per la pratica sportiva, sia per le attività socio-culturali, esattamente l’opposto di quanto, stando allo stato dei fatti, accade oggi.