Di Francesca Emilio, Bari – Segnalare le strade sicure e non della propria città attraverso il crowdmapping, da qualche mese è possibile farlo anche per le vie di Bari utilizzando Wher – Maps for Women.

Una vera e propria bussola d’orientamento per tutte le donne che si muovono nella propria città a piedi o con i mezzi di trasporto in cui, attraverso il crowdsourcing – strumento con cui gli utenti possono contribuire a un determinato obiettivo attraverso le proprie esperienze, conoscenze e valutazioni – si ha la possibilità di “fare comunità” contribuendo alla realizzazione di una mappa cittadina collettiva che offre l’opportunità a chi usufruisce del servizio, non solo di poter recensire personalmente le strade, ma anche di poter prendere visione delle esperienze altrui.

Il punto di forza di questa applicazione, nata nel 2018 a Torino da un’idea di Eleonora Gargiulo e Andrea Valenzano (e disponibile su Apple Store e Google Play a partire dal 20 giugno), è proprio la community.

WHER – spiegano i fondatori – nasce perché le donne possano sentirsi libere e più consapevoli di andare dove vogliono con uno strumento che non solo le aiuta a orientarsi grazie al sostegno di altre donne, ma dove soprattutto possono valutare le strade del mondo e partecipare ad un piccolo – grande cambiamento sociale. L’interazione con le “wherrior” è costante, spiegano ancora i fondatori, loro sono sempre disponibili perché sanno che stanno contribuendo ad un progetto che aiuta altre donne. Sentono il progetto come se fosse loro, perché è così: è fatto da loro stesse”.

In Italia, stando al rapporto ISTAT 2018, il 36,6% delle donne dichiara di non uscire la sera per paura. Parlando della nostra Puglia, secondo i dati ISTAT relativi sempre al 2018, una donna su dieci è stata vittima di violenza fisica. Solo a Bari e provincia, in base al report della commissione parlamentare di inchiesta sulla violenza di genere, dal 2013 al 2016 sono state uccise sessantuno donne. La paura di subire una violenza, ma anche solo di essere vittima di apprezzamenti poco gentili, non rende sicuramente facile la vita di una donna. Essere donne, molto spesso, nella società odierna che ancora non si è svincolata totalmente dalle ideologie del patriarcato, significa mettere a tacere la propria libertà: scegliere di non vestirsi in un determinato modo, scegliere di non esporsi o non esprimersi, scegliere di non uscire da sole, scegliere di non percorrere una determinata strada o addirittura evitare totalmente di uscire nelle ore serali e notturne in cui si corre maggiormente il rischio di trovarsi a fronteggiare da sole le proprie paure che, a volte sono causate da suggestioni, altre volte, nel peggiore dei casi, sono reali e tangibili. La paura è umana, ma vivere nella paura rende meno umano il vivere quotidiano, non sentirsi libere di esprimersi, di essere e anche solo di camminare serene per le vie della propria città rende sicuramente più difficile e pesante stare al mondo. Il messaggio dei fondatori di Wher infatti non è quello di “fare attenzione a dove andate”, è invece quello di creare una rete

in cui condividere alternative e consigli per muoversi più in sicurezza e non abbandonarsi in preda alla solitudine delle paure. I tre pilastri dell’applicazione lo spiegano ancora meglio: il primo di questi èbe together”, per supportarsi, confrontarsi e condividere valutazioni offrendo uno spaccato delle mappe urbane, ma anche uno sguardo sulle sue cittadine – una delle attività che le “Wherrior” possono fare assieme unendosi alla community è l’Urban Mapping, un modo per ritrovarsi, camminare insieme e mappare le strade delle città. Il secondo pilastro è be confindent”, perché secondo i fondatori sentirsi sicure per strada aumenta la qualità della vita e sentire di poter andare dove si vuole, dunque avere di fronte un donna che cammina libera e senza paura, rompe sicuramente gli schemi della società odierna. Il terzo e ultimo pilastro è “be impactful” perché per cambiare l’attuale situazione culturale bisogna compiere azioni efficaci e iniziare a camminare insieme è sicuramente una di queste.

Noi della redazione l’app l’abbiamo provata proprio a Bari: è vero che se per alcune donne ci sono strade poco sicure, per altre quelle stesse strade possono invece esserlo, poiché la paura è indubbiamente un fatto soggettivo (in tal proposito è possibile sull’app scegliere di concordare o meno valutando in base alla propria esperienza personale), ma partecipare, condividere, ascoltare, essere d’aiuto, schierarsi insieme, dalla stessa parte e iniziare un percorso univoco verso l’abbattimento di alcuni schemi culturali è senza dubbio un primo – piccolo e allo stesso tempo grande – passo verso l’inizio di un cammino di libertà individuale e sociale comune.