È passata la mezzanotte.

È passato anche il primo dell’anno: dicono sia importantissimo viverlo nel migliore dei modi. Se è vero che il primo dell’anno è un po’ la sintesi di quello che verrà nei prossimi 364 giorni, a me non poteva iniziare meglio di così: improvvisando nella vita così come improvviso con le melodie nel canto.

Trullo sperduto in Valle D’Itria, natura incontaminata, cielo stellato da togliere il fiato, nessuna luce artificiale oscurava la luna e le stelle, chitarra, ukulele, percussioni, musica, gente, tanta gente, gente del passato, gente nuova, gente sconosciuta con la quale a mezzanotte ho brindato ballando sulle note di Love foolosophy. Poi il viaggio di ritorno, niente sonno, la luce del sole che si faceva spazio lentamente, B.B King, Red Hot Chili Peppers, Nina Simone, Bruce Springsteen, Jhon Mayer, Etta James e tanti altri. Ho preso sonno più tardi, quando ormai il sole mi aveva dato il buongiorno, su un divano rosso in un posto in cui mi avevano detto di passare tante volte, un posto che è sempre stato sulla mia strada, ma in cui non mi ero mai affacciata. Mi sono addormentata parlando di musica, di tecnica del suono, di vinili, progetti, viaggi, sogni e il giorno dopo sono tornata a casa spettinata e distrutta, ma tremendamente felice.

Quello che amo di dicembre è la sua inesauribile varietà di colori, luci, contrasti, magie che si incastrano l’una nell’altra, compreso il fatto che arrivati al 31 in un lampo ti trovi sospeso tra il presente e il futuro. Pensavo in questi giorni che all’improvviso, durante il 2015 ho iniziato a camminare affidandomi alla strada, quella strada che percorro da sempre con i pugni chiusi e gli occhi aperti, con l’animo e il cuore di chi ha la consapevolezza di non volersi perdere nulla, con la mente e il corpo di chi combatte diverse battaglie e nonostante tutto non si arrende e agisce, canta, scrive e suona, nel tentativo di cambiare le cose, partendo dal basso, per poter migliorare a piccoli passi tutti i pezzi di vita, quelli miei e quelli degli altri.

Io sono dentro e fuori contemporaneamente respinta e incantata dall’inesauribile varietà della vita, della mia vita. E non ho niente di cui lamentarmi, niente, nonostante abbia un mondo di cose che non vanno, ho imparato sul serio a convivere con il buio dei miei giorni e mi piace così. Lo ripetevo in treno mentre spiegavo ad un amico perché metto sempre lo smalto blu e rosso. Razionalità, follia, bene, male, buio, luce: tutto serve, tutto appartiene al nostro percorso, alla nostra battaglia. Siamo quello che siamo grazie a tutte le sfumature, grazie a tutti i perimetri che appartengono alla nostra essenza, grazie a tutti i giochi di ombra e luce che delineano i nostri corpi, ci ho pensato guardando la foto che ho allegato a questo post.

Dovremmo imparare a far tesoro degli errori, ogni piccola lezione di vita rende possibile il cambiamento, personale e dell’intero genere umano. Le cose migliorano se lo si vuole davvero, le cose belle arrivano se si lotta e si crede fermamente di poter cambiare ogni cosa. Gli scenari spesso appaiono devastanti, ma basta guardare il quadro generale senza farsi sfuggire i dettagli che tutto torna al proprio posto e si fa incantato. Così le persone e le cose peggiori vanno via, quelle migliori restano al nostro fianco, nuovi colori si aggiungono al dipinto, nuove sfumature regalano nuove emozioni, si scoprono nuove carte, se ne giocano sempre diverse, le possibilità sono infinite, la vita è una, ma le opportunità le puoi cogliere sempre.

Il 2015 per me è stato meraviglioso,  mi ha tolto il fiato più di una volta, nel bene e nel male. Mi ha dato tanta di quella gioia, ma anche tanto di quel dolore che spesso mi sono dovuta fermare per riprenderlo il fiato, per cercarlo da qualche parte nei polmoni e negli angoli remoti dei miei organi. Ogni giorno del 2015 mi ha insegnato qualcosa, qualcosa che resterà con me per sempre. E potrei riempire questi spazi vuoti per ore raccontandovi tutte le cose belle, tutti i pianti e tutte le risate, perché ogni tanto serve condividerle, ogni tanto avrei bisogno di energia positiva altrui per raccogliere le forze e far realizzare tutte quelle cose di cui non parlo mai ad alta voce, tutte quelle cose che stanno lì sospese, pronte ad emergere. Ma in mezzo a tutte le cose accadute a me, io non riesco a fare a meno di pensare a tutto il marcio da cui sono circondata: l’indifferenza, la superficialità, la cattiveria, l’assenza di ideali e valori, l’egoismo, l’egocentrismo, la corruzione… e quanto ancora potrebbe essere lunga la lista?

C’è tutto un mondo, fuori dai nostri universi, che ha bisogno della nostra energia, del nostro pensiero, della nostra forza, delle nostre azioni per riemergere dalle tenebre stagnanti di una vita davvero priva di dignità e diritti. E diamine, alcuni continuano a dirmi, ancora, “che te ne frega, pensa a te stessa”. No, io non ci riesco. Non ci riesco. Quella lotta di cui parlavo su, la mia lotta, è una lotta per cui combatto ogni giorno non solo per me, ma anche per gli altri. E lo faccio a modo mio, lo faccio come mi viene, lo faccio senza pretese, lo faccio perché a me non piace essere indifferente a niente, lo faccio perché voglio essere migliore di quella che sono ogni giorno e l’unico modo per essere migliore è sbattere la testa contro il fatto che non esistiamo solo noi, esiste un intero universo di costellazioni che non riusciamo a vedere perché, la “luce artificiale”, ci ha rubato la poesia e la naturalezza della bellezza delle cose senza pose, senza costruzione, senza filtri, ci ha rubato la magia dello scambio di sguardi, energie, parole e sorrisi, la magia del conoscere le storie degli altri. Più andiamo avanti, più le cose peggiorano e diventiamo sempre meno umani.

Io ne ho tanta di strada da percorrere, ne ho tante di strade da sbagliare, di incroci in cui scegliere, di viaggi, ritorni, sogni e battaglie, lacrime, risate. Mi fermo, guardo l’orizzonte scrutando il confine tra presente e futuro e so che andrà sempre meglio, per me intendo, per me andrà sempre meglio perché ho imparato ad essere forte anche con il peggio, ho imparato a sopportare e superare ogni cosa, a vedere la luce anche con il buio assoluto, a godermi ogni frammento del viaggio, perché è quello che conta, non l’arrivo, conta il viaggio. Per me andrà meglio si, ma ci saranno sempre alcune cose che non riuscirò a sopportare, che mi faranno male: il razzismo, l’odio, l’indifferenza, la mancanza di ideali, di valori e tanto, tanto altro. Sarò sempre impegnata a vivere per il bene lottando contro il male. A convivere con entrambi i poli dell’esistenza affidandomi alla strada.

Affidatevi alla strada anche voi, sceglietene una, non cambiatela, anche quando sarà dissestata. Lei vi porterà dove dovrete arrivare. Lo farà facendovi fare dei giri assurdi, delle variazioni di percorso, delle inversioni di marcia, lo farà riempiendovi di ferite e cicatrici, ma anche di bei ricordi. Voi continuare a camminare guardandovi intorno, osservate gli altri, senza giudicare, saranno diversi, saranno fonte di energia e ispirazione, saranno il vostro specchio, perché a seconda di come li guarderete starete provando una determinata emozione e no, non abbiate paura, vivetele tutte le emozioni. Siate migliori di quello che siete, siatelo senza pretese, abbiate sete di vita, di conoscenza, verità ed esperienza, miglioratevi sperimentando, miglioratevi facendo quello che amate, miglioratevi rischiando di cadere nel baratro, miglioratevi, miglioriamoci, perché abbiamo solo questa vita per offrire il meglio a noi e agli altri, e facendo del nostro meglio saremo sicuri di contribuire alla costruzione di mondo migliore. Chi lo sa, magari miglioreranno davvero le cose. Ma queste sono solo parole, parole che forse non leggerete neanche, ne sto usando troppe, lo so, ma ho troppe cose da dire: ho passato un anno a vivere davvero e ne passerò tanti altri a fare lo stesso, sono un fiume in piena che corre verso il mare assaporando tutto.

Non lo auguro a tutti, lo auguro a chi se lo merita, quest’anno mi sembra sia giusto così, poi, se ve lo meritate o no, decidetelo voi, ma insomma, dopo il mio papiro annuale: vi auguro di trovare la forza per migliorare la vostra esistenza, per renderla all’altezza dei vostri sogni, vi auguro di avere la forza per sopportare e superare ogni cosa, quella forza è dentro di voi: cercatela, fatela emergere, lottate per vostri sogni e per i vostri diritti. Vi auguro di vivere splendide avventure, di ridere, di piangere, di incontrare nuova gente, di incontrarvi e scontrarvi con gli altri, di crescere senza perdere il vostro spirito da bambini, di guardare e vivere scenari mozzafiato, colmi di possibilità infinite, vi auguro di saper vedere, in ogni scenario, la luce nel buio assoluto senza rinunciare al buio durante la luce, credetemi, serve. Vi auguro di imparare a volare rischiando di cadere, di trovare l’equilibrio imparando a stare sospesi, di non avere paura di correre il rischio di vivere, di sbattere contro muri e di sentirvi persi per poi ritrovarvi a percorrere la strada giusta. Vi auguro di vivere, non di sopravvivere, di farlo senza dimenticarvi di pensare anche agli altri, di non essere mai ciechi di fronte a tutto quello che accade in questo mondo deturpato e devastato da povertà morale, civile, economica, indifferenza e violenza. Vi auguro di poter essere circondati da persone belle e vere. Vi auguro di poter essere, sempre e semplicemente, voi stessi, nel bene o nel male, senza paura.

Vi auguro uno splendido 2016: buon cammino, buona lotta e buona strada.

 

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