L’ambiente era cosparso di fumo rosso, si respirava a stento. Si interpretavano gli sguardi, alcuni persi, riflettevano asfalto, altri, lontani chilometri, proiettavano pellicole di film mai vissuti. Il cielo terso si mostrava ai loro occhi, blu cobalto, nonostante la polvere facesse nero intorno. Sospiri soffocati su sguardi mai incrociati, parole bisbigliate su timpani mai abusati. E loro non stavano respirando, per paura di tramutare gli attimi in rimpianto, loro non si vedevano sorridere nello stridere del contatto tra pelle e polvere. Intanto, giocando con il tempo, grondanti di sangue, con le teste sul cemento, furono bravi a fingere di essere ancora in tempo per assaporare ogni momento.