Impenetrabili, appena percettibili, al tatto invisibili, scuciti a magliette mai indossate, lavate e stirate, per sembrare nuove, nonostante il logorio del tempo, i pensieri fluttuavano all’altezza dei tuoi occhi e correvano veloci, su fili labili: fragili, all’apparenza sterili, ricoperti da uno strato di marrone, come guscio di nocciola, per sembrare duri, inarrivabili. Chissà se hanno mai visto lacrime, impermeabili, con mura d’alibi, per sostare inaccessibili in labirinti ignifughi di stimoli refrattari. Sorridi adesso, l’oracolo risponderà domani e sarà troppo tardi: quello che doveva accadere sarà già successo. Non hai tempo per inventare scuse, le tue paure incontrano le mie parole confuse. Sono teorie disilluse, minuti strappati al tempo, melodie a ritmo lento che corrono in Slow Motion su tangenziali deserte, con buche scoperte, pronte a farci atterrare su piste costruite male invece di farci decollare per librare sul mare.