Di Francesca Emilio, Bari – Rafforzare i legami sociali per non lasciare nessuno indietro. E’ questo il messaggio lanciato dal Presidio Bari di Libera. In un momento di crisi come quello attuale, in cui moltissime persone si sono ritrovate, di punto in bianco, a gestire problematiche legate all’assenza di diritti, ma anche ad un’economia immobile, così come lo è il paese, è importante ricordare, secondo Libera, che dalla crisi non si esce da soli. Per questo gli attivisti hanno lanciato un’iniziativa per rendere possibile a tutti, come singoli e come realtà sociali, di costruire attivamente un presente in cui la solidarietà sia al centro e crei relazioni utili per poter supportare gli altri attraverso le proprie competenze o conoscenze. Un modo per non far spegnere i riflettori sulle problematiche attuali, ma anche per mantenere viva la fiamma della speranza, quella stessa che vede oggi moltissimi cittadini, guardare al futuro come avvolti in una nube di mistero: cosa ne sarà di noi? Potrò tornare a lavorare? Quale sarà lo scenario futuro? Sono molte le domande che in tanti si stanno ponendo in questi giorni di fermo obbligatorio in cui la vita si è fermata improvvisamente, con essa per alcuni gli stipendi, nonostante le spese quotidiane da affrontare. “Il contesto venutosi a creare, oltre che peggiorare le già innumerevoli situazioni di precarietà vissute da molti lavoratori, italiani e stranieri, costretti da sempre a lavori saltuari, spesso caratterizzati da condizioni di sfruttamento con paghe in nero, va ad aumentare le fila dei nuovi poveri. Persone schiacciate dall’assenza di precise risposte ed interventi da parte dello Stato“- ha specificato Libera attraverso un comunicato pubblicato sul proprio sito, nella sezione dedicata a Bari.

Ma non solo, il rischio, personale e collettivo, è legato a tante persone e a tante questioni. Per citarne alcune: i diritti dei senza fissa dimora, per esempio, sono stati negati nel momento in cui, a loro, non sono stati predisposti i servizi di accoglienza. Lo stesso è accaduto nell’ambito dell’immigrazione, molti cittadini stranieri in fuga dai loro paesi in cui nonostante la pandemia non si sono fermate guerre e violazioni dei diritti, si sono ritrovati a non poter essere supportati al momento del loro arrivo perché i centri di accoglienza non hanno abbastanza spazio per l’isolamento. Le problematiche legate all’argomento erano già tante, ad aggravare la situazione però, è in questo momento di crisi, la mancanza di solidarietà e la scelta di chiudere le porte ai soccorsi in mare, piuttosto che cercare soluzioni differenti, umane, come se non fossimo tutti cittadini dello stesso mondo. Lo stesso vale anche per le condizioni dei braccianti, per i quali, la stessa Libera ha richiesto di agire subito al fine di tutelare la salute e i diritti dei tanti lavoratori che, pur esposti allo sfruttamento, hanno contribuito a far arrivare il cibo sulle tavole degli italiani e non solo. Per non parlare della crisi che riguarda il settore dell’educazione che ha messo bambini e adolescenti di fronte ad una realtà difficile da affrontare poiché privati, tra le altre cose, di quelle relazioni utili per creare confronto e dunque supportare la crescita degli stessi. A questo va ad aggiungersi anche la problematica relativa le famiglie fragili, non in grado di farsi carico della situazione, per mancanza di strumenti materiali e relazionali. Ad aggravare la situazione vi è anche quel frammento di quotidianità che non si è fermato nonostante l’emergenza. La criminalità, con la sua fitta rete di relazioni e dinamiche illecite legate al territorio, continua a popolare le strade e ad impregnare il tessuto sociale. “Le mafie non sono andate in lockdown – ha specificato sempre Libera – hanno continuato le loro attività illecite e stanno approfittando delle difficoltà diffuse per accrescere il loro potere e consenso”.

E’ per questo, ma non solo, che il presidio di Libera Bari, ha deciso di potenziare la solidarietà sociale. Lo ha aveva già fatto attraverso i servizi di distribuzione alimentare presso la parrocchia di San Sabino, con l’attenzione ai temi della formazione attivati dal circolo Zona Franka e offrendo supporto con sportelli di ascolto psico-sociale organizzati dall’ARCI e disponibili in varie lingue, adesso però l’appello va oltre e ha l’obiettivo di arrivare sia alla politica, affinché si attui un modello di intervento più efficace che coinvolga gli attori sociali ed istituzionali (Municipi) nei quartieri metropolitani territorializzando l’utilizzo di risorse e l’accoglienza di istanze, anche attraverso il confronto nel COC territoriale, sia alla cittadinanza. Quest’ultima è chiamata ad essere presente e a mobilitarsi, condividendo le proprie risorse attraverso donazioni alimentari o per bambini, offrendo inoltre supporto psicologico/educativo a distanza, o anche, addirittura, offrendo il proprio aiuto per l’espletamento di pratiche burocratiche verso banche o istituzioni. “Abbiamo imparato che il problema degli altri è uguale al mio: sortirne da soli è egoismo, sortirne insieme è politica! – hanno concluso i ragazzi di Libera. Non è vero che siamo tutti sulla stessa barca: i ruoli, le dinamiche, le storie personali di ogni singolo individuo sono indubbiamente diverse. Il divario tra ricchi e poveri continua ad allargarsi sempre più e questa crisi non è altro che la prova che molte questioni riguardanti le politiche sociali e i diritti dei cittadini non siano state prese abbastanza in considerazione.  Dunque, cosa aspettate? Partecipare è semplice: basta collegarsi al seguente link e compilare il form oppure, contattare direttamente il presidio di Bari inviando una mail a bari@libera.it.