Di Francesca Emilio, Bari – Piantare canapa per bonificare i terreni dai metalli pesanti, al via la sperimentazione in Puglia. Il progetto – denominato GREEN, acronimo di “Generare risorse ed economie nuove” – è sperimentale. Ad occuparsene sono i biologi dell’ABAP – associazione biologi ambientalisti pugliesi -che ha come obiettivo quello di testare le proprietà fitodepurative della canapa nel tentativo di valutare se quest’ultima sia capace di ripulire i terreni dai metalli pesanti. Il pezzo di terra all’interno del quale sarà avviata la sperimentazione è nelle vicinanze dell’aeroporto di Bari ed è grande un ettaro. Dopo aver effettuato le analisi del caso i ricercatori semineranno diverse varietà di canapa per determinare poi il potenziale delle stesse e soprattutto l’efficacia delle diverse specie. Il tutto sarà sviluppato in un’ottica di economia circolare: dopo la raccolta infatti i metalli non saranno solo analizzati, ma verranno anche recuperati per poter essere impiegati nell’industria. Stessa cosa accadrà alle piante, le quali potranno essere successivamente utilizzate nei settori della bioedilizia o in settori non alimentari. Non è la prima volta che l’ABAP porta avanti progetti di questo genere, i ricercatori avevano già utilizzato per scopi simili la canapa in una masseria nei pressi dell’ex Ilva, zona in cui i terreni erano inutilizzabili a causa dell’impatto dell’impianto siderurgico sui territori circostanti. Si tratta, dunque, di un progetto a basso impatto ambientale che, dopo la vittoria del bando della Regione Puglia ha ricevuto dalla stessa 20mila euro con lo scopo di recuperare e valorizzare il territorio spesso deturpato e pieno di luoghi lasciati in stato di abbandono attraverso la fitodepurazione. Si parla spesso e volentieri di canapa, soprattutto demonizzandola e dimenticandosi le molteplici utilità di questa pianta, che alcuni genitori e nonni ricordano bene quando raccontano ai loro figli o ai loro nipoti che – per esempio – i vestiti, tra questi anche i jeans, non sono più resistenti come quelli di una volta. In effetti è vero, per parecchi anni la canapa è stata lasciata nel dimenticatoio e sono state sottovalutate tutte le risorse che essa offre, per esempio produce biodiesel a emissione bassa e può essere usata per tanti settori: edile, tessile, alimentare, plastico, energetico e farmaceutico. Da qualche anno a questa parte però, anche sugli scaffali dei supermercati, sono sempre più numerosi i prodotti che utilizzano semi o farina di canapa. A facilitare l’accesso alle molteplici virtù della canapa, utile, oltre che per bonificare i terreni dai metalli pesanti anche per contrastare alcuni problemi di salute fisica e psichica e per reintegrare di acidi grassi, omega 3 e 6, oltre che vitamine e antiossidanti naturali il corpo umano, è stata una graduale apertura e acquisizione di consapevolezza, partita soprattutto dal basso con movimenti di sensibilizzazione che mirano ad offrire alla gente l’opportunità di avere maggiore conoscenza in merito, una conoscenza che spesso viene veicolata da informazioni parziali sulla stessa. La canapa però non è l’unica specie vegetale in grado di bonificare i terreni, la scelta è ricaduta su quest’ultima perché, nello specifico, avendo moltissime proprietà e anche varietà, offre diversi vantaggi rispetto alle altre piante, tra questi, sicuramente, i vantaggi delle tempistiche: la canapa infatti cresce molto velocemente e non necessita di trattamenti chimici dannosi per l’ambiente e per la salute dell’uomo come pesticidi o diserbanti. Inoltre questa specie può ripulire il suolo in profondità e renderlo più fertile, grazie soprattutto all’apparato radicale che si estende fino a circa due metri. L’intervento, oltre a creare nuovi posti di lavoro, consentirà dunque una forte riduzione dell’inquinamento del suolo con il conseguente ripristino di aree verdi ad ora inutilizzabili e, allo stesso tempo migliorerà la qualità del microclima, ma anche dell’aria e, ancora più importante, la qualità di vita dei residenti. La sperimentazione – stando a quanto emerso dagli ideatori – guarda oltre e non vuole fermarsi solo alla regione Puglia. Se dopo questa ulteriore prova le piante risponderanno positivamente si proverà a spostarsi altrove per poter recuperare suoli che ad oggi non possono essere più usati in agricoltura a causa dell’inquinamento. Una buona occasione non solo per bonificare pezzi di terra ormai in disuso, ma anche per apprezzare le proprietà di una pianta che per molti anni è stata messa da parte e chissà, magari, offrire l’opportunità a diverse persone di appassionarsi al tema ambientale e alle molteplici soluzioni che la stessa natura offre.