Quando sei piccolo certi ostacoli ti sembrano più grandi e uno pensa che poi la situazione cambi, ma accade lo stesso quando hai superato i vent’anni. Saltelli di situazione in situazione e tenti invano di restare in equilibrio. Ma l’equilibrio era più facile averlo a 7 di anni, perché non c’erano tutte queste occlusioni nel cervello, perché avevi paura, ma saltavi lo stesso, male che andava ti sbucciavi un ginocchio ed era giusto un pretesto per prendersi una strigliata e pasticciarti il cerotto o toglierlo di nascosto. Però ci sono quei giorni in cui l’equilibrio lo trovi anche oltre i vent’anni, la mente è libera, non hai nulla, proprio nulla da perdere, si, forse qualche cosa da perdere te la sei creata lungo il cammino, ma l’unica cosa davvero giusta da fare è tentare di arrivare a 10 e saltare, saltare nel vuoto. Che in fondo diciamocelo, si sta sicuri in quella campana, ma è dopo il dieci che ti assale il “dove diamine vado adesso?” ed eccola Amye, è arrivata a 10, dove diamine se ne andrà adesso? Non ho mai visto nessun undici dopo quel dieci, ma ho visto Amye disegnarlo con i suoi colori preferiti, era distante dagli altri numeri, più verso sinistra, meno centrato, che tanto si sa, siamo noi che ci disegnamo la strada, anche se è bello credere, di tanto in tanto, che qualcuno lo stia facendo al posto nostro. E questo lo sappiamo meglio quando liberiamo la mente e torniamo ad essere bambini, a lasciarci guidare dall’istinto, a seguire noi stessi, senza paura e senza tutte quelle dannate occlusioni mentali.