Occhi tagliati.

Occhi parlanti.

Pieni di vita, anche quando stanchi.

Occhi che guardano avanti: oltre gli stenti.

Spesso assenti e sognanti, depositati su un volto di donna che cambia ogni giorno e si scopre diverso, migliore o peggiore, nel bagliore di luce del mutamento delle cose, senza finzioni e pose.

Occhi sinceri, a volte blasfemi.

Occhi che sanno e non riescono a trattenere.

Occhi che amano, ma non si aggrovigliano.

Occhi che cantano con voce nera.

Occhi che guardano e vedono e nel vedere e nel guardare ascoltano e sentono.

Occhi che piangono, occhi che ridono, occhi che non sanno mentire.

Occhi tagliati e consumati da una sete di vivere che divora, occhi che non stanno mai chiusi abbastanza.

Occhi posati su occhiaie caratterizzanti, che appartengono al paesaggio e non lo deturpano più.

Occhi cangianti, che diventano arancioni, verdi, gialli o castani a seconda della luce, ma restano uguali a se stessi, belli con tutte le sfumature, carichi di emozioni diverse.

Occhi, i miei occhi, di chi ha imparato ad amarsi tardi e con la fretta dei giorni che passano inciampa ogni giorno in miserabili scogli.

Occhi, i miei occhi, di chi ha l’animo da guerriera, di chi non si arrende di fronte a niente, di chi ama stare sospeso a librare a mezz’aria, ma ama anche cadere.

Occhi, i miei occhi, di chi ama la luce tanto quanto ama il buio e non sa abituarsi ad una vita senza alti e bassi.

Occhi, i miei occhi, di chi ha ancora sete e viaggi da intraprendere, con tutti i suoi rischi e tutte le strade sbagliate, con tutti i pregi e tutti i difetti, con tutti gli anni compiuti e quelli ancora da compiere, con chi sa bene che non ci sono limiti, con chi ha imparato che la vita è bella con tutto e anche con niente e che vola solo chi osa: vola solo chi osa. E se lo sussurra ogni giorno.

Auguri a me stessa, a questi anni che passano in fretta, auguri alla me che tra qualche mese compirà ventisette anni e sorriderà pensando che anni fa rima con danni. Auguri a te, si proprio a te, che rileggerai queste parole il giorno del tuo compleanno e sarai sicuramente andata avanti, ti sorprenderai diversa, o forse uguale, ma con qualche consapevolezza in più, e anche qualche ferita. E ti piacerà, perché lo so che ti piacerà avere qualche ferita, perché: ricordi? Lo hai scritto da qualche parte “nel blu profondo mi ci voglio tuffare, chi se ne frega se fa male, si vive una volta e la vita deve fare male, deve fare male perché non avrebbe senso il  contrario. Non avrebbe senso arrivare alla fine senza ferite e calci in faccia, senza un motivo per guardarsi indietro alla fine di tutto e dire “diamine, guarda cosa ho fatto per arrivare qui, quante strade percorse, quante sbagliate, quante bellissime, tutte meravigliose”. E allora tuffati, ogni giorno, senza paura. E goditi il viaggio, goditi le piccole e le grandi cose. Nutriti di tutto, ma anche del niente, in qualche modo ogni cosa resterà con te per sempre. Corri il rischio di vivere e di sentirti viva . Senza paura.

 

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