“Oooh, today it’s a bad day” disse una voce fuori campo. Forse si riferiva alle onde, perché in realtà, per chi non era in mare, in balia di esse, era una gran bella giornata. Un sole che letteralmente spaccava le pietre, con aria a tratti immobile, nemmeno un filo di vento. Così mi fermai ad osservare e mentre io stavo ferma, quell’uomo nell’acqua aspettava con una pazienza che, giuro, non ho mai avuto. Mai. E poi all’improvviso, dopo molto tempo, lo vidi sparire in un’onda. Al momento giusto, nel punto giusto. Sbam: quell’onda era arrivata quasi dal nulla e lui l’aveva cavalcata, senza paura, nonostante fino a pochi minuti prima sembrava fermo, in balia del niente assoluto. E invece no e c’è solo da imparare, un po’ lo insegnano i surfisti. Al momento giusto non precede mai calma piatta, solo contemplazione, studio e meditazione, anche se a volte sembra si sia sommersi da un nulla cosmico a tratti catastrofico, anche se in alcuni momenti ci si sente smarriti e inconsapevoli. Quell’uomo, così come tutti gli altri, sapevano esattamente quando sarebbe arrivata quell’onda, quando la calma piatta avrebbe fatto spazio al vento. E se non lo sapevano esattamente, lo avevano intuito. Comunque nulla era stato lasciato al caso, era un mix perfetto di vento e forza centrifuga dell’acqua. Entrambi scorrono con i propri passi furiosi e sta a chi si butta saperli attraversare, con le giuste dosi di istinto, follia e razionalità, questo è sicuro. Ed è un po’ una parabola comparabile alla vita stessa, no? Tipo quando ci si dice che è una brutta giornata e non succede niente, nulla di nulla e poi sbam, catapultati nella vita a barcamenarsi fra gli ostacoli per cercare di stare in piedi, sulla cresta dell’onda. Ma che succede se non si è preparati? Nulla, al massimo si cade. Nel peggiore dei casi ci si fa male. Poi ci si rialza ed è lì che viene tutto il resto: sbam.